Caterina de’ Ricci (al secolo Alessandra Lucrezia Romola) de’ Ricci
Description
A sei anni il padre la fece entrare nel vicino convento di Monticelli affinché potesse studiare. Dopo aver passato un breve periodo fuori dal convento, all’età di 14 anni si fece domenicana presso il monastero di San Vincenzo a Prato. A 25 anni divenne priora e trascorse il resto della vita al San Vincenzo.
Ebbe una corrispondenza epistolare con tre futuri papi: Marcello II, Clemente VIII e Leone XI. Come esperta di religione e amministrazione, i suoi consigli erano ricercati e ascoltati e venivano dati sia di persona che per lettera.
Ma fu anche in contatto con laici e religiose che chiedevano la sua preghiera e i suoi suggerimenti come facevano sia i granduchi di Toscana che nobili come Filippo Salviati, grande benefattore di San Vincenzo o future sante come Maria Maddalena de’ Pazzi.
Per tutta la vita conservò come preziose reliquie un dito di Girolamo Savonarola, il cerchio di ferro che ne aveva sostenuto il corpo sul rogo e un suo ritratto dipinto da fra Bartolomeo (ora al Museo di San Marco di Firenze). Le prediche e gli scritti di Savonarola erano le sue letture preferite e lei invitava tutti a meditare sui racconti della vita del frate domenicano. Quando, quasi due secoli dopo, nel corso del processo di canonizzazione, la devozione divenne motivo di opposizione alla sua causa, i difensori ribadirono il pieno diritto di Caterina a prestare a Savonarola un culto privato e a recitarne le preghiere, perché, dopo una santa vita, il Savonarola aveva ricevuto in articulo mortis i sacramenti della Chiesa, accettando l’indulgenza plenaria del papa, il che induceva a credere che godesse della salvezza eterna.
Morì nel 1590, dopo una lunga malattia.