Cino da Pistoia
Description
La sua famiglia, i Sighibuldi (Sigibuldi o Sigisbuldi anche Sinibuldi), lo mandò a Bologna per studiare diritto e per formarsi dal punto di vista letterario. Si parla inoltre – a partire da una tesi di von Savigny – di un suo soggiorno di due anni in Francia, a Orléans[3] (sede di una delle principali scuole di Diritto transalpine), dove sarebbe stato allievo di Pierre de Belleperche; circostanza che non risulta del tutto certa, specie alla luce del fatto che l’incontro fra Cino da Pistoia e Pierre de Belleperche sarebbe avvenuto a Bologna nel 1300, in occasione di alcune lezioni che il celebre giurista francese avrebbe tenuto all’Alma Mater durante la tappa bolognese di un suo pellegrinaggio verso Roma, dove si stava tenendo il I Giubileo, indetto da Bonifacio VIII. Di tale incontro dà notizia Cino stesso in un passo del Commentario (7.47, de sententiis quae pro eo, n.6).[4]
Amico di Dante Alighieri, nel 1302 fu costretto a lasciare Pistoia a causa della sua appartenenza alla parte guelfa nera. Vi fece ritorno tre anni dopo, grazie all’intervento del marchese Moroello Malaspina, la cui famiglia proteggeva anche Dante, esiliato presso i feudi della Lunigiana. Una volta rientrato, Cino lavorò come giudice.
Si unì al seguito dell’Imperatore Arrigo VII, aderendo al suo programma di restaurazione del potere imperiale in Italia, e nell’ambito di tale progetto collaborò – in qualità di assessore – con Ludovico di Savoia, quando questi diventò senatore di Roma. A seguito della morte di Arrigo VII, avvenuta nell’agosto del 1313 a Buonconvento, si sarebbe ritirato momentaneamente dalla vita politica, dedicandosi agli studi e redigendo il suo celebre Commentario al Codex e al Digesto giustinianei.
Avrebbe in tempi successivi mutato radicalmente il proprio pensiero politico, diventando un fedele guelfo, probabilmente per via di vari incarichi pubblici affidatigli da città vicine al Papa.
Già impegnato nell’insegnamento in scuole superiori (ad esempio a Camerino, prima che venisse fondata la locale università),[5] dal 1321 al 1333 insegnò diritto in diverse università italiane, tra cui Siena, Firenze, Perugia – sede nella quale si sarebbe trattenuto più a lungo, e dove avrebbe incontrato il più celebre fra i suoi allievi, Bartolo da Sassoferrato – e Napoli, dove forse conobbe Giovanni Boccaccio.[6][7]