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Giuseppe-Arcangeli

Giuseppe Arcangeli

Description

Giuseppe Arcangeli nacque da Cristofano e Annunziata Rosi e fu avviato alla carriera ecclesiastica nel seminario di Pistoia diretto dal canonico Giuseppe Silvestri, di cui egli divenne allievo prediletto[1]. Ordinato sacerdote nel 1831, nel 1832 Arcangeli venne chiamato al Collegio Cicognini di Prato da Silvestri, che ne era diventato rettore, e al Cicognini egli insegnò prima il greco e poi “umanità” fino al 1850. Durante questi anni, Arcangeli ebbe modo di approfondire i suoi studi storico-letterari, completare la sua educazione viaggiando fuori dalla Toscana e dall’Italia, e partecipare alla vita culturale pratese. Strinse rapporti di amicizia con colleghi e allievi del Cicognini, come Pietro Camici, Enrico Bindi, Atto Vannucci, Cesare Guasti, e con altri intellettuali del tempo come l’empolese Vincenzo Salvagnoli e l’avvocato pratese Giovacchino Benini, del quale educò le figlie Ebe e Ada.

Cultore della letteratura greca, latina e italiana, dopo alcuni scritti minori, tradusse opere di Virgilio, Cicerone, Callimaco fino ad arrivare al contemporaneo François Ponsard . Arcangeli pubblicò nel 1838 il “Saggio di versioni poetiche dal greco e altri versi” (Prato, Aldina), e partecipò poi attivamente – con Bindi e Vannucci – al progetto editoriale ideato dall’avvocato Benini e fortemente voluto dal canonico Silvestri di una nuova collezione di classici latini commentati ad uso delle scuole che furono stampati dall’editore pratese Alberghetti: suoi sono “Virgilio e le sue opere” (Prato, Aldina, 1847) e due volumi dedicati alle opere di Cicerone “De officiis”, “De amicitia”, “De senectute” e “De oratore”[1].

Durante i moti del 1848 fu attivo sulle riviste politiche con lo pseudonimo di Lorenzo Selva. Dal 1847, iniziò a collaborare a «La Patria», il giornale democratico di Vincenzo Salvagnoli, alla «Rivista di Firenze», fondata da Atto Vannucci, e quindi a «L’Alba» e a «Lo Statuto», dove pubblicò articoli politici e letterari.

Iscritto fra gli accademici residenti della Crusca, egli dal 1848 lavorò insieme a Giuseppe Giusti alla compilazione di una parte della lettera ‘A’ del gran Vocabolario. Stipendiato dall’Accademia, ne divenne vice-segretario nel 1850 quando abbandonò l’insegnamento al Cicognini. Fu inoltre membro dell’Accademia della Colombaria di Firenze, segretario dell’Ateneo Italiano e collaborò con l'”Archivio Storico Italiano” del Gabinetto Vieusseux[2].

Arcangeli morì a soli 48 anni, vittima del colera. Le sue opere vennero raccolte a cura degli amici Enrico Bindi e Cesare Guasti in due volumi dal titolo “Poesie e prose di Giuseppe Arcangeli accademico della Crusca” (Firenze, Barbera, 1857) pubblicazione che suscitò aspre critiche ne «La Civiltà Cattolica» (X, pp. 710–718 [6 settembre 1859]). Mentre non vide mai la luce il terzo volume già previsto. Tra i suoi lavori di traduttore di testi moderni, è da ricordare la versione italiana in versi (Pistoia 1844) della tragedia di F. Ponsard, “Lucrece” (Bruxelles 1843)[1].

Informazioni

Nascita e Luogo
San Marcello Pistoiese – 13/12/1807
Morte e Luogo
Prato – 18/09/1855
E' Stato
Religioso, filologo e letterato italiano.
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